Alcune riflessioni sui marketplace per freelance
Nell'era delle professioni online, caratterizzata da una sempre crescente domanda e offerta per qualunque servizio, prestazione e prodotto digitale, non potevano certo mancare i marketplace, dei veri e propri aggregatori di professionisti del web e di offerte di lavoro digitali, rivolti soprattutto ai freelance operanti in modalità remota.
Il marketplace per freelance è un portale finalizzato all'incrocio fra aziende intenzionate a esternalizzare i propri progetti e professionisti del web in cerca di nuove acquisizioni e nuovi contatti con cui stabilire una collaborazione occasionale o continuativa. Il funzionamento generalmente è simile e molto semplice: l'azienda propone gratuitamente il progetto da affidare, indicando un budget e una scadenza indicativi; i professionisti con le competenze richieste, acquistando dei crediti o sottoscrivendo un abbonamento mensile (premium o plus), rispondono con la propria proposta economica, anche se non in linea con quella dell'inserzionista. Vagliate le proposte ricevute, quest'ultimo chiude l'offerta, assegnando l'incarico al professionista più convincente.
Descritto così, il marketplace appare come uno strumento assolutamente geniale in grado di generare e garantire un reddito costante a chiunque voglia tentare la strada del lavoro autonomo, liberandolo dalla pianificazione e conduzione di campagne pubblicitarie e promozionali e dalla costante e quotidiana ricerca di nuovi clienti. Ma, dietro questa interazione apparentemente innovativa e risolutiva, si celano degli aspetti su cui intendo riflettere criticamente analizzandone le problematiche.
Anche io, come molti altri freelance e colleghi, ho aderito a molti marketplace. E continuo ad aderire ai nuovi. Non perché pensi di poter costruire il mio reddito da freelance attraverso queste piattaforme ma per comprenderne il meccanismo, valutare le offerte di lavoro e osservarne le modalità interattive.
Il marketplace, in sé, potrebbe davvero essere un eccellente strumento per tutti i freelance, ponendo le basi per la tessitura di una rete molto estesa di professionisti e aziende. Tuttavia, così come sono stati concepiti, evidenziano mancanze e criticità che non solo penalizzano entrambe le parti in causa ma disinnescano il potenziale di un canale virtualmente destinato ad arricchire il lavoro online, ampliandone le modalità e mutandone le relazioni.
CREDITI E ABBONAMENTI MENSILI
Salvo alcuni casi in cui è possibile rispondere gratuitamente all'inserzionista, fino a un numero predeterminato di volte al mese, i marketplace più usati e con il numero di inserzioni quotidiane più elevato, richiedono l'acquisto di crediti o pacchetti di crediti per interagire con l'inserzionista sottoponendogli la propria candidatura. In alcuni casi ogni risposta richiede più crediti; in altri ne basta soltanto uno. Ma, scrutando i listini, i costi per credito balzano subito all'occhio. Se viene valutato rispetto al suo utilizzo, la conclusione non può che essere negativa. Infatti, sia che l'inserzionista valuti la proposta leggendola ed esaminandola, sia che ne salti la lettura per accomiatare e ringraziare il professionista, viene effettivamente speso un credito. Non recuperabile né rimborsabile. E questo è un dettaglio non da poco, sicuramente critico.
Anche l'abbonamento mensile risente di qualche criticità, sebbene di entità inferiore. Venduto generalmente a poche decine di euro al mese, sblocca qualsiasi limitazione sul numero di inserzioni a cui partecipare. Come per tutti gli abbonamenti, una volta acquisito il mese premium, decade qualunque diritto di rimborso. L'unica opzione possibile è la disattivazione (in qualunque momento, senza preavviso e senza penali) e il ritorno al profilo gratuito. Non sono previsti, infatti, vincoli di durata per la sottoscrizione premium (eccetto casi che non conosco).
Acquistare un mese di abbonamento, tuttavia, non offre giustamente alcuna garanzia di successo: è possibile riuscire a spuntarla ottenendo l'incarico per un nuovo progetto, come è possibile non riuscirci restando a mani vuote.
ANALISI FUNZIONALE DEL PROGETTO
In tutti i marketplace a cui ho aderito, la sottomissione di un nuovo progetto non viene regolamentata da alcuna norma specifica. Ogni inserzionista può quindi descriverlo senza necessariamente esaminarlo e particolareggiarlo. Grave mancanza, a mio avviso. Non è possibile fornire alcuna stima economica, neanche la più indicativa, a un progetto vagamente accennato, estremamente sintetizzato o comunque non esaminato adeguatamente. Ogni quotazione potrebbe non corrispondere all'effettivo impegno richiesto, vanificando pertanto il credito usato per provare a quantificare l'idea.
Ogni professionista web che abbia almeno una volta lavorato a progetti mediamente complessi sa bene quanto importante sia un brief completo, dettagliato ed esaustivo. Non possono essere tralasciati dettagli sulla piattaforma utilizzata o da utilizzare, sulle tecnologie, sulle funzioni da prevedere e sulle interazioni desiderate. Né è pensabile che ogni inserzionista valuti profilo per profilo alla ricerca del più adatto o del più convincente con cui approfondire nei minimi dettagli il progetto in esame. Il più delle volte, la stima economica, bassa o alta che sia, determina l'affidamento dell'incarico.
CONCORRENZA
Ogni marketplace registra un numero elevatissimo di professionisti, sicuramente sproporzionato rispetto al numero di inserzioni pubblicate. Una tale sproporzione non può che generare decine, se non centinaia di candidature per inserzione. Ciascuna con la propria quotazione, con l'indirizzo al rispettivo portfolio e con l'indicazione di eventuali recapiti. In mezzo a un tale ingorgo le probabilità di prelazione sono inevitabilmente basse.
Personalmente, nonostante abbia sempre dettagliato i miei preventivi, non mi è mai stato affidato un progetto. Il che sarebbe anche comprensibile se non mi venisse puntualmente data la stessa risposta, che ipotizzo di circostanza, dall'inserzionista. Una risposta da cui traspare chiaramente la mancata lettura, anche parziale, di ogni preventivo sottoposto. Fortunatamente senza aver speso crediti.
RINCORSA AL PROFITTO
Vengo sovente contattato telefonicamente e via e-mail dai reparti commerciali dei marketplace più rinomati a cui ho aderito. E sorprende il totale disinteresse verso le proposte ricevute o pubblicate dagli inserzionisti (incomplete, non attinenti o in alcuni casi non soddisfacenti). L'unico scopo della conversazione, nonostante la valutazione negativa, è finalizzato alla vendita di pacchetti di crediti, dai costi improponibili, da utilizzare per tutte le successive proposte, eventualmente rimborsabili solo a determinate condizioni. In questa rincorsa al profitto, in cui non si tiene conto della valutazione espressa dal fornitore, viene meno l'utilità stessa dello strumento.
Non so se sia possibile migliorare i marketplace a tal punto da renderli lo strumento di riferimento per i professionisti online. Attualmente i mercati sono saturi e i freelance aumentano di anno in anno. Forse attraverso una selezione più rigorosa delle offerte, dei regolamenti migliori e la definizione delle specializzazioni di ogni freelance, possono essere potenziati. Ma le considerazioni da fare sono tante, troppe e ogni possibile ottimizzazione deve essere sperimentata per ottenere dei risultati visibili e valutabili.
Sono fermamente convinto che nessuno strumento possa sostituire le attività peculiari del freelance perché altrimenti ne verrebbe gravemente compromesso. Il freelance, infatti, per essere tale, deve occuparsi anche di tutta una serie di attività non afferenti al suo lavoro tecnico-creativo, che, se tralasciate, lo condurrebbero ineluttabilmente all'insuccesso. Le attività amministrative, commerciali, pubbliche, consulenziali, etc., devono essere coltivate e curate costantemente come elementi immancabili della formazione quotidiana del professionista, sia attraverso lo studio interdisciplinare sia attraverso l'esperienza. Una attività meccanica mirata alla proposizione di preventivi sottrae del tempo alla ricerca e sviluppo, al lavoro e alla formazione tipica del freelance e non può essere considerata un lavoro ma solo, eventualmente, una possibilità da cogliere nei ritagli di tempo o nei periodi vuoti.
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